Quest’oggi voglio parlarvi non tanto di un vero falso, ma di una situazione tipica che, girando per condomini ed appartamenti mi capita spessissimo di sentire.
Quando chiedi a qualche condomino se il condominio è interessato ad effettuare qualche lavoro inerente al 110 % la risposta che senti è: No il condominio non ha bisogno di lavori.
Completamente sbagliato!
L’opportunità epocale che si presenta in questi tempi va vista diversamente!
Non è che fai un cappotto perché devi rifare la facciata!
Ampliamo l’orizzonte, cambiamo la prospettiva: faccio interventi incentivabili con Superbonus 110% per migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio!
Anche se non ho necessità di lavori urgenti, devo fare questi interventi per migliorare il comfort abitativo del mio alloggio, spendere meno di energia e incrementare il valore reale e percepito del mio immobile.
Queste sono le ragioni, indipendentemente dalla necessità.
Ho pensato di realizzare una specie di gioco del vero falso per chiarire le idee semplicemente.
Nelle ultime settimane mi capita di essere invitato dagli amministratori di condominio con i quali collaboro, per cercare di “aiutarli” a chiarire alcuni concetti tecnici sul Superbonus.
Vedo che le tipologie di domande sono sempre ricorrenti quali tipologie e quesiti, quindi mi è venuto in mente di scrivere una serie di articoli per chiarire, in modo sempre il più semplice possibile, le viarie domande che possono sorgere a qualsiasi persona.
Daremo questo taglio, quasi scherzoso, come se fosse un gioco del vero o falso.
Per ogni “puntata” non tratteremo molte domande, ma solo due o tre cercando di spiegare in maniera molto semplice e senza linguaggi tecnici o troppi riferimenti e rimandi normativi. Cercherò di essere il più chiaro, semplice e conciso possibile.
Domanda:
Ma veramente posso rifarmi la casa senza tirar fuori nemmeno un euro? NI
Esatto la risposta non è né no né si, è un NI, appunto!
Spieghiamo meglio: le norme sul Superbonus sono assolutamente chiare, ovvero tutte le spese per la realizzazione delle opere e tutte le spese accessorie, incluse le parcelle dei professionisti coinvolti, possono essere portate in detrazione.
Quindi non pago nulla? Dipende, in realtà le prime spese di analisi per capire cosa si può fare (verifiche della conformità urbanistico-edilizia e diagnosi energetica dell’edificio), visto le tempistiche poi del primo stato avanzamento lavori, saranno richieste dai professionisti. Quindi è vero che potranno essere portate in detrazione e di seguito recuperate ma, salvo accordi particolari con i professionisti, dovrà essere anticipata la cifra dai proprietari.
Inoltre teniamo presente che c’è sempre la percentuale dovuta all’amministratore a norma di legge, la quale non è possibile portare in detrazione.
La mia casa non ha muffa, avrei necessità di fare un cappotto termico? SI
Il cappotto isola l’edificio, non tratta la mera questione delle muffe, ma aspetti più ampi come l’aumento del comfort abitativo, la riduzione delle dispersioni e di conseguenza il risparmio energetico oltre che l’aumento del valore dell’appartamento. Quindi se sei uno che va contro corrente, nel senso che non gli importa nulla della riduzione di dispendio energetico e del problema ambientale, mettila sul lato egoistico: un cappotto termico ti fa risparmiare in bollette energetiche ed innalza il valore del tuo immobile con un investimento praticamente nullo. Mi sembra un buon affare no?
Per questa “puntata” è sufficiente e ricorda che il Superbonus 110 % è una grandissima opportunità … ma è un tema molto complesso ed articolato dove non ti portai destreggiare senza i consigli giusti.
Istruzioni fondamentali per accedere al Superbonus 110% senza rischi.
Se cerchi informazioni chiare per capire se puoi accedere alla detrazione del superbonus 110 % sei nel posto giusto.
Infatti in rete in queste settimane si sono susseguite tutta una serie di articoli e video di spiegazione dei vari aspetti e questioni.
Ho visto di tutto, anche molto completo in un certo senso. Si è capito quale è la differenza tra interventi trainanti e trainati, quali sono i tetti di spesa, di quante classi energetiche è necessario salire ecc.
A questo voglio solo aggiungere una breve cosa, tutte le case vengono considerate autonome se convivono due elementi importanti:
– Devono essere autonome dal punto di vista delle utenze
– Devono avere accesso esclusivo, direttamente da strada o da giardino privato
Questo significa che ogni appartamento, anche termoautonomo, non solo in condominio ma in tutte le mini-palazzine che non hanno il condominio istituito, non possono accedervi autonomamente, ma devono fare un intervento comune come condominio o come condominio di fatto.
Chiarito questo aspetto, se sappiamo dove vogliamo andare (avere il Superbonus 110%), dobbiamo conoscere da dove partiamo.
Ho sentito molti che sostengono che prima di tutto è necessario effettuare una Analisi Energetica dell’edificio. E’ assolutamente corretto, così conosciamo da dove partiamo, ma ancor prima è necessario se possiamo partire.
Mi spiego meglio.
Prima di effettuare una analisi dell’edificio, è fondamentale comprendere se esiste la conformità Urbanistica ed edile dell’edificio.
In altri termini tutto lo stato di fatto della mia casa deve essere in regola, cioè autorizzato, cioè non devono esserci difformità o abusi.
Questo è fondamentale, altrimenti non posso accedere al Superbonus 110%, infatti in fase di eventuali controlli successivi, le eventuali difformità o abusi sono tra i primi elementi che fanno cadere il diritto di usufruire della detrazione stessa.
Se addirittura decido di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, mi verrà richiesta anche una analisi dello stato contributivo e fiscale. Cioè se sono iscritto in CRIF (Centrale Rischi), se ho pagato regolarmente le tasse, anche sulla casa, ecc.
Il Superbonus 110 % è una grandissima opportunità … ma è un tema molto complesso ed articolato dove non ti portai destreggiare senza i consigli giusti.
Ti stai interessando all’argomento del 110% ma non sai cosa ti conviene di più vero?
Non sai se ti conviene Cedere il credito o chiedere lo sconto in fattura invece di tenerti le detrazioni?
Bene, cerchiamo di vederla da alcuni punti di vista:
Mi faccio fare i lavori perché, a tutti gli effetti sono praticamente gratis
Mi tengo il credito perché è un ottimo investimento che, oltre a migliorare il valore della mia casa, mi fa guadagnare un 10 % extra in 5 anni
Sono ambedue dei punti di vista più che validi e condivisibili, ma bisogna considerare alcuni aspetti.
Prima di tutto queste tipologie di interventi sono costose, quindi devo avere il budget sufficiente per farlo.
Già questa considerazione è un primo spartiacque.
Inoltre il termine da considerare è Capienza Fiscale.
Di che si tratta? Semplicemente di quante tasse, o meglio di quanta IRPEF, pago ogni anno.
Prendendo come esempio uno stipendio medio da lavoro dipendente italiano che si aggira intorno ai 1.200,00 €, all’anno si ha un ammontare di IRPEF che si aggira tra i 4.500 e i 5.000 €.
Ora ipotizziamo che ho una casa indipendente e che voglio fare il cappotto esterno utilizzando la possibilità massima di spesa di 60.000,00 €.
Questa cifra la posso detrarre in cinque anni d’imposta, quindi 60.000,00/5 = 12.000,00 €/anno.
Questo tipo di detrazione però è di tipo verticale (nel senso che è una detrazione IRPEF e posso solo usarla per tale imposta) e non cumulabile. Vuol dire che ogni anno di quei 12.000,00 €, io sono capiente (cioè genero) con il mio lavoro solo per 5.000,00 €, gli altri 7.000,00 € li perdo.
Alla luce di questo ragionamento diventa personale comprendere se è un buon investimento o meno per te tenerti tutta, o in parte, la detrazione.
Quello che sicuramente diviene un ottimo investimento è accrescere il valore della propria abitazione, senza pagare di tasca propria.
Come? Cedendo il Credito alle Banche o, ancor meglio, optare per lo sconto in fattura da parte degli esecutori dei lavori.
Con il Decreto Rilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, all’art. 119 si parla di Super Bonus al 110%. Ma siamo veramente sicuri che sia un reale strumento di rilancio?
Con l’art. 119 del Decreto Rilancio, si prevede una possibilità di detrazione del 110% per tutta una serie di interventi sugli edifici da recuperare in cinque anni anziché dieci anni d’imposta.
Cercherò, in questa sede, di essere il più chiaro possibile, cercando di spiegare cosa riporta l’art. 119 nel concreto e quali sono le perplessità.
Il art. 119 riporta tre grandi scenari principali per il recupero fiscale:
“Interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo”, in pratica l’isolamento termico dei tetti e dei cappotti dell’edificio, sino ad un tetto di spesa di 60.000,00 € per ogni unità abitativa.
“Interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal regolamento delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione del 18 febbraio 2013, a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo di cui al comma 6, ovvero con impianti di microcogenerazione”, tante parole complesse per indicare la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con quelli di nuova generazione. Tetto max. di spesa 30.000,00 € per ogni unità abitativa.
“Interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo di cui al comma 6, ovvero con impianti di microcogenerazione“, anche quitante parole complesse per indicare la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con quelli di nuova generazione. Tetto max. di spesa 30.000,00 €.
Poi il decreto ci dice che sono ammesse alla detrazione del 110% anche le seguenti categorie di interventi purché associati ai tre interventi trainanti precedenti:
L’installazione dei pannelli fotovoltaici
L’installazione di colonnine di ricarica per autovetture elettriche
Su interventi di efficientamento energetico elencati all’articolo 14 del decreto-legge n. 63 del 2013, ovvero tutto quello che era detraibile al 65% (es. infissi)
Il Decreto inoltre specifica la possibilità per il cliente finale di avere uno sconto in fattura del 100%, qualora il fornitore si voglia trattenere, mettendola come credito d’imposta, la detrazione del 110% ed addirittura dà la possibilità a quest’ultimo di cederla a Banche o Finanziarie.
Le perplessità.
Come annunciato, la misura sembra una manna dal cielo, perché sembrerebbe la classica win-win-win situation.
Cioè, ci guadagnerebbero tutti perché:
I clienti finali sarebbero incentivati a fare dei lavori di efficientamento specialmente se con lo sconto in fattura riuscissero ad ottenere il lavoro senza, materialmente, tirare fuori un solo euro.
Le aziende fornitrici potrebbero essere molto interessate, primo perché mettendolo come Credito d’imposta a 100 in fattura loro guadagnerebbero un ulteriore 10% dalla stessa commessa, secondo anche per un evidente vantaggio commerciale in merito alla trattativa, perché se il cliente finale non deve spendere nulla di certo non ti verrà a chiedere uno sconto sul prezzo di listino.
Le Banche e le Finanziarie avrebbero l’opportunità di un guadagno del 9-10% in 5 anni qualora acquistassero il credito della detrazione, facendo un investimento assolutamente sicuro in quanto garantito dallo Stato.
Perfetto, dirai tu, lo scenario è meraviglioso.
Certo, peccato che non è stato calcolato il passaggio dal teorico al reale, ovvero non sono stati previsti tutta una serie di scogli.
Cominciamo col dire che, nello scenario che si prospetta o meglio che i media ci prospettano, sarà di notevole crisi economica, quindi la problematica delle Aziende fornitrici sarà, oltre al trovare lavoro e commesse, di avere liquidità per sopravvivere. Questo si traduce nel fatto che: non tutti gli interventi potranno essere tenuti in credito d’imposta; dovranno attrezzarsi con partnership con Banche e Finanziarie a cui cedere il Credito d’imposta.
Però la cosa non sarà semplice e scontata, in quanto le Banche e Finanziarie si muoveranno certo su un affare per loro così sicuro, ma al momento che questo diventi a tutti gli effetti sicuro, cioè alla fine lavori.
Infatti, sino ad oggi, la detrazione fiscale la si può richiedere alla fine lavori, quindi ci sarà la problematica che le Banche non accetteranno di muoversi prima con il classico metodo dell’avanzamento lavori. Risultato le aziende rischieranno fortemente lo scoperto.
Per farvi capire, ipotizziamo un intervento di cappotto termico su una ristrutturazione. Dalla conclusione della facciata alla fine lavori del cantiere possono passare anche 4-6 mesi, il che significa che l’azienda per quella lavorazione non potrà farsi pagare e dovrà anticipare tutta la spesa per un certo numero di mesi prima di essere liquidati della cifra in fattura.
Operazione difficilmente ipotizzabile per la maggior parte delle Imprese di piccole e medie dimensioni sul territorio nazionale.
Certo è che la cessione del Credito può avvenire successivamente anche da parte del cliente finale, questo non è escluso, però capite bene che sarà difficile che lo stesso decida di fare l’intervento sapendo che che dovrà sborsare lui comunque la cifra.
Staremo a vedere! Per conoscere gli sviluppi della vicenda e vedere se il tutto si tradurrà in una splendida favola od in una grande bufala iscriviti nel form in alto a destra per rimanere aggiornato.