Quest’oggi voglio parlarvi non tanto di un vero falso, ma di una situazione tipica che, girando per condomini ed appartamenti mi capita spessissimo di sentire.
Quando chiedi a qualche condomino se il condominio è interessato ad effettuare qualche lavoro inerente al 110 % la risposta che senti è: No il condominio non ha bisogno di lavori.
Completamente sbagliato!
L’opportunità epocale che si presenta in questi tempi va vista diversamente!
Non è che fai un cappotto perché devi rifare la facciata!
Ampliamo l’orizzonte, cambiamo la prospettiva: faccio interventi incentivabili con Superbonus 110% per migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio!
Anche se non ho necessità di lavori urgenti, devo fare questi interventi per migliorare il comfort abitativo del mio alloggio, spendere meno di energia e incrementare il valore reale e percepito del mio immobile.
Queste sono le ragioni, indipendentemente dalla necessità.
Ho pensato di realizzare una specie di gioco del vero falso per chiarire le idee semplicemente.
Nelle ultime settimane mi capita di essere invitato dagli amministratori di condominio con i quali collaboro, per cercare di “aiutarli” a chiarire alcuni concetti tecnici sul Superbonus.
Vedo che le tipologie di domande sono sempre ricorrenti quali tipologie e quesiti, quindi mi è venuto in mente di scrivere una serie di articoli per chiarire, in modo sempre il più semplice possibile, le viarie domande che possono sorgere a qualsiasi persona.
Daremo questo taglio, quasi scherzoso, come se fosse un gioco del vero o falso.
Per ogni “puntata” non tratteremo molte domande, ma solo due o tre cercando di spiegare in maniera molto semplice e senza linguaggi tecnici o troppi riferimenti e rimandi normativi. Cercherò di essere il più chiaro, semplice e conciso possibile.
Domanda:
Ma veramente posso rifarmi la casa senza tirar fuori nemmeno un euro? NI
Esatto la risposta non è né no né si, è un NI, appunto!
Spieghiamo meglio: le norme sul Superbonus sono assolutamente chiare, ovvero tutte le spese per la realizzazione delle opere e tutte le spese accessorie, incluse le parcelle dei professionisti coinvolti, possono essere portate in detrazione.
Quindi non pago nulla? Dipende, in realtà le prime spese di analisi per capire cosa si può fare (verifiche della conformità urbanistico-edilizia e diagnosi energetica dell’edificio), visto le tempistiche poi del primo stato avanzamento lavori, saranno richieste dai professionisti. Quindi è vero che potranno essere portate in detrazione e di seguito recuperate ma, salvo accordi particolari con i professionisti, dovrà essere anticipata la cifra dai proprietari.
Inoltre teniamo presente che c’è sempre la percentuale dovuta all’amministratore a norma di legge, la quale non è possibile portare in detrazione.
La mia casa non ha muffa, avrei necessità di fare un cappotto termico? SI
Il cappotto isola l’edificio, non tratta la mera questione delle muffe, ma aspetti più ampi come l’aumento del comfort abitativo, la riduzione delle dispersioni e di conseguenza il risparmio energetico oltre che l’aumento del valore dell’appartamento. Quindi se sei uno che va contro corrente, nel senso che non gli importa nulla della riduzione di dispendio energetico e del problema ambientale, mettila sul lato egoistico: un cappotto termico ti fa risparmiare in bollette energetiche ed innalza il valore del tuo immobile con un investimento praticamente nullo. Mi sembra un buon affare no?
Per questa “puntata” è sufficiente e ricorda che il Superbonus 110 % è una grandissima opportunità … ma è un tema molto complesso ed articolato dove non ti portai destreggiare senza i consigli giusti.
Istruzioni fondamentali per accedere al Superbonus 110% senza rischi.
Se cerchi informazioni chiare per capire se puoi accedere alla detrazione del superbonus 110 % sei nel posto giusto.
Infatti in rete in queste settimane si sono susseguite tutta una serie di articoli e video di spiegazione dei vari aspetti e questioni.
Ho visto di tutto, anche molto completo in un certo senso. Si è capito quale è la differenza tra interventi trainanti e trainati, quali sono i tetti di spesa, di quante classi energetiche è necessario salire ecc.
A questo voglio solo aggiungere una breve cosa, tutte le case vengono considerate autonome se convivono due elementi importanti:
– Devono essere autonome dal punto di vista delle utenze
– Devono avere accesso esclusivo, direttamente da strada o da giardino privato
Questo significa che ogni appartamento, anche termoautonomo, non solo in condominio ma in tutte le mini-palazzine che non hanno il condominio istituito, non possono accedervi autonomamente, ma devono fare un intervento comune come condominio o come condominio di fatto.
Chiarito questo aspetto, se sappiamo dove vogliamo andare (avere il Superbonus 110%), dobbiamo conoscere da dove partiamo.
Ho sentito molti che sostengono che prima di tutto è necessario effettuare una Analisi Energetica dell’edificio. E’ assolutamente corretto, così conosciamo da dove partiamo, ma ancor prima è necessario se possiamo partire.
Mi spiego meglio.
Prima di effettuare una analisi dell’edificio, è fondamentale comprendere se esiste la conformità Urbanistica ed edile dell’edificio.
In altri termini tutto lo stato di fatto della mia casa deve essere in regola, cioè autorizzato, cioè non devono esserci difformità o abusi.
Questo è fondamentale, altrimenti non posso accedere al Superbonus 110%, infatti in fase di eventuali controlli successivi, le eventuali difformità o abusi sono tra i primi elementi che fanno cadere il diritto di usufruire della detrazione stessa.
Se addirittura decido di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, mi verrà richiesta anche una analisi dello stato contributivo e fiscale. Cioè se sono iscritto in CRIF (Centrale Rischi), se ho pagato regolarmente le tasse, anche sulla casa, ecc.
Il Superbonus 110 % è una grandissima opportunità … ma è un tema molto complesso ed articolato dove non ti portai destreggiare senza i consigli giusti.
Ti stai interessando all’argomento del 110% ma non sai cosa ti conviene di più vero?
Non sai se ti conviene Cedere il credito o chiedere lo sconto in fattura invece di tenerti le detrazioni?
Bene, cerchiamo di vederla da alcuni punti di vista:
Mi faccio fare i lavori perché, a tutti gli effetti sono praticamente gratis
Mi tengo il credito perché è un ottimo investimento che, oltre a migliorare il valore della mia casa, mi fa guadagnare un 10 % extra in 5 anni
Sono ambedue dei punti di vista più che validi e condivisibili, ma bisogna considerare alcuni aspetti.
Prima di tutto queste tipologie di interventi sono costose, quindi devo avere il budget sufficiente per farlo.
Già questa considerazione è un primo spartiacque.
Inoltre il termine da considerare è Capienza Fiscale.
Di che si tratta? Semplicemente di quante tasse, o meglio di quanta IRPEF, pago ogni anno.
Prendendo come esempio uno stipendio medio da lavoro dipendente italiano che si aggira intorno ai 1.200,00 €, all’anno si ha un ammontare di IRPEF che si aggira tra i 4.500 e i 5.000 €.
Ora ipotizziamo che ho una casa indipendente e che voglio fare il cappotto esterno utilizzando la possibilità massima di spesa di 60.000,00 €.
Questa cifra la posso detrarre in cinque anni d’imposta, quindi 60.000,00/5 = 12.000,00 €/anno.
Questo tipo di detrazione però è di tipo verticale (nel senso che è una detrazione IRPEF e posso solo usarla per tale imposta) e non cumulabile. Vuol dire che ogni anno di quei 12.000,00 €, io sono capiente (cioè genero) con il mio lavoro solo per 5.000,00 €, gli altri 7.000,00 € li perdo.
Alla luce di questo ragionamento diventa personale comprendere se è un buon investimento o meno per te tenerti tutta, o in parte, la detrazione.
Quello che sicuramente diviene un ottimo investimento è accrescere il valore della propria abitazione, senza pagare di tasca propria.
Come? Cedendo il Credito alle Banche o, ancor meglio, optare per lo sconto in fattura da parte degli esecutori dei lavori.
Stai pensando ad un investimento immobiliare? Vorresti affittare la tua casa ma non trovi offerte? Vorresti vendere casa ma non hai ricevuto interesse?
La risposta a tutte queste domande potrebbe essere una ristrutturazione!
Immagina di aver ereditato dalla nonna un vecchio appartamento. La cara nonnina non ci ha mai fatto nulla, si è tenuta il suo mobilio vetusto, la carta da parati sui muri, i vecchi lampadari. Quando ci entri ti sembra di fare un salto nel passato.
Mettiamo che decidi di venderlo, così ci fai parecchie decine di migliaia di euro, ma nessuno fa offerte. La domanda che ti pongo è: tu la compreresti? Avresti la capacità di immaginare le potenzialità oltre il vecchiume che sprigiona?
Succede che non riesci a venderlo, così pensi di non tenere un appartamento vuoto e decidi di affittarlo. Dopo solo alcune visite, nessuno viene a vederlo. La domanda ora è: tu ci abiteresti?
Quello che voglio dire è che il valore percepito è importante; a parità di dimensioni, le persone scelgono ciò che piace di più e la prima impressione conta molto.
Proprio per questo dovresti pensare a ristrutturare. Chiaramente in maniera lieve, per dagli una rinfrescata.
Sia nel caso tu debba vendere, prendi in considerazione di imbiancare, di svuotare le stanze da vecchi arredi. Il massimo sarebbe realizzare un intervento di Home Staging, cioè arredare intelligentemente in maniera soft i locali, quasi come rifargli il trucco.
Lo stesso potremmo dirlo per affittare un appartamento. Arredalo con nuovo mobili, imbiancalo, cerca di renderlo il più possibile grazioso.
Per realizzare questi interventi il focus non è cosa piace a te, ma cosa potrebbe piacere agli altri.
Sembra una banalità ma non lo è, perché siamo sempre condizionati dai nostri gusti.
In questi casi la parola d’ordine deve essere sobrietà, modernità, leggerezza ed “ordinarietà”.
Alla maggior parte di noi piace lo stile moderno, quello che vede sulle riviste, con colori abbinati ma non forti (poi se vuole un colore forte se lo farà da se).
Fare questi interventi, spendendoci davvero poco, ti potrà rendere molto, perché daranno più valore alla casa sia tu voglia vendere, sia tu voglia affittare.
Aggiungi valore, in questo caso estetico, percepito, al tuo immobile e vedrai che otterrai soddisfazione.
Come leggere l’Attestato di Prestazione energetica (APE) in modo ponderato?
Non sai cos’è un APE? Pensi che sia fondamentale averlo? Vorresti capire di che si tratta?
In questo articolo cercherò di rispondere a queste domande ed, addirittura, di andare contro corrente.
Cominciamo col dire che APE sta per Attestato di Prestazione Energetica, ed in pratica rappresenta in modo “veloce” ed intuitivo la prestazione energetica di un immobile, in pratica quanto il tuo immobile sia efficiente, sia nella stagione invernale che estiva, ovvero quanto disperde calore nella stagione fredda e, di conseguenza, dovrò riscaldare e viceversa nella stagione calda.
Per farti comprendere meglio usiamo la metafora del secchio. Immagina che il tuo immobile sia come un secchi bucato (dispersioni e ponti termici). Per mantenere il secchio riempito sempre allo stesso livello (temperatura dell’ambiente) devi sempre aggiungere nuova acqua per compensare quella che si disperde dai buchi.
Alle nostre case succede una cosa simile, ovvero disperdono calore in inverno e noi dobbiamo continuare a riscaldare maggiormente, acquisiscono calore in estate e noi dobbiamo continuamente raffrescare.
Chiaro che meno sono i “buchi” meno noi dobbiamo raffrescare – riscaldare, e quindi spendere soldi per questa operazione.
L’APE, con un elaborato calcolo, stabilisce quanto è il tuo “rapporto buchi – energia da immettere” e ti posiziona in classi.
Le classi energetiche vanno dalla più bassa G, alla più alta e prestante A4.
Ora non starò a spiegare qui come viene calcolata l’APE, se sei interessato ci sono una miriade di articoli e video in rete, l’unica cosa essenziale da conoscere è che l’APE deve essere redatta da tecnici abilitati a farlo.
L’APE è obbligatorio se tu devi vendere (dal 01/09/2009) o affittare (dal 01/09/2010) un immobile, ed anche le agenzie immobiliari, negli annunci di vendita, sono obbligate ad inserire l’indice di prestazione energetica (il valore in kWh/mq anno riportato sull’APE).
L’APE è utile ma…
Esatto c’è un ma, perché per come la prassi ce lo ha fatto passare, diventa l’elemento fondamentale per la ricerca e l’acquisto di una casa.
Ti voglio fare un esempio in campo automobilistico, anche lì esistono le classi energetiche per il consume delle automobili.
Consideriamo ora la piacevolezza della guida, la sensazione che si ha al volante di una macchina. Lasciamo perdere l’estetica, il prezzo o ancor peggio lo status symbol che ci fa propendere per un modello piuttosto che un altro o per un brand particolare, consideriamo solo le sensazioni di guida.
Bene, detto quanto sopra, lascia che ti comunichi che la Fiat Panda Gpl è in Classe A, mentre la Porche Carrera 911 è in Classe G.
Con questo che cosa voglio dire?
Semplice, che l’APE per un immobile tiene presente solo la parte energetica, non è assolutamente un attestato della Qualità o del Benessere della Vita in quell’immobile. Mi spiego meglio.
Costruire una casa in classe A4 come quella riportata qui sotto nel disegno del grande architetto Ettore Sottsass è fattibile.
Al contrario costruire una casa come la splendida casa Farnsworth progettata da Ludwig Mies van der Rohe (riportata sotto) in classe A4 è pressoché impossibile.
Con gli esempi qui sopra voglio dire che l’interazione con il verde e la natura, con l’ambiente esterno ma anche l’armonia degli ambienti interni ed esterni non vengono contemplati nell’APE (che comunque è uno strumento utilissimo), come tutta una serie di aspetti fondamentali che concorrono alla qualità dell’abitare nel senso di armonia del vivere degli abitanti.
Quindi non lasciare che la classe energetica sia l’unico elemento, o il preponderante, delle tue scelte. Ci sono altri aspetti altrettanto importanti che devono essere valutati per ottenere la casa migliore per te.
Non attendere oltre, contattami qui per ottenere la casa dei tuoi sogni.
Se hai paura di incamminarti in una ristrutturazione e cerchi dei consigli per non avere brutte sorprese allora devi necessariamente leggere questo articolo.
Ho deciso che questo sarà il primo di una serie di articoli nei quali ti darò alcuni consigli per non incorrere in brutte sorprese.
Partiamo dai preventivi.
Prima di chiedere un preventivo di spesa è sempre utile far produrre dall’architetto un Computo Metrico.
Il Computo metrico altro non è che un elenco, diviso in varie voci, di tutte le lavorazioni necessarie per effettuare la ristrutturazione, accompagnata dai quantitativi previsti, pronto per essere prezzato dalle aziende interessate. Ti faccio vedere qui sotto un esempio.
Qui sopra puoi vedere che le voci di computo, che nello specifico appartengono al capitolo delle Nuove Opere, sono:
Numerate consequenzialmente
Hanno riportato un cod. che nella fattispecie è quello riferito alla voce sul prezzario della camera di commercio
Hanno la dicitura dove si elenca il tipo di lavorazione nel modo più preciso possibile
Hanno il conteggio, in questo caso mq, parziali e totali previsti per la lavorazione
Hanno lo spazio per inserire il prezzo unitario delle lavorazioni
Hanno lo spazio per inserire il prezzo finale della lavorazione
Ora ti inserisco una parte di un preventivo ben fatto (chiaramente per privacy ho oscurato alcune cose)
E’ ben eseguito perché trovo specificato bene:
Ogni lavorazione per voci
Ogni voce con dettagliata specifica di quello che comprende
Ogni voce ha il quantitativo a preventivo
Ogni voce ha il suo prezzo unitario
Ogni voce ha il prezzo totale
Ora alcuni esempi di preventivi che non vanno bene e che nascondono delle insidie
Come vedi nel primo viene ben elencato lavorazioni e quantitativo, però non ho nessun prezzo ne unitario ne parziale. Nello specifico del preventivo, per la cronaca, l’unico prezzo che compariva era il prezzo complessivo.
Nel secondo esempio sbagliato viene riportata ogni voce, anche se sommaria, delle lavorazioni e il prezzo parziale per ogni una di loro, senza quantitativo ne prezzo unitario.
Bene, dalle mie parti si dice “meglio diventare rossi prima che bianchi poi”, ovvero meglio arrabbiarsi e scontrarsi prima di raggiungere l’accordo che dopo averlo siglato e rimanere fregati.
Come fai, in fase di cantiere, se ci sono delle lavorazioni da fare non conteggiate prima, a controllare quanto ti costeranno? Certo ti dovranno fare un preventivo di integrazione ma come fai a sapere se sarà corretto se non hai il riferimento del prezzo unitario che ti avevano applicato?
Esempio: se a preventivo ti avevano conteggiato per 1 mq di rasatura a gesso 32,00 €/mq, ora che per una variante dovrai farne 10 mq in più, sai già che il prezzo da conguagliare sarà di 320,00 €.
Questo non potrai controllarlo se il preventivo non è preciso, perché se manca il prezzo unitario, ti faranno un prezzo ma come fai a sapere se è quello che ti avevano applicato prima e se è corretto? Se manca il quantitativo esplicitato, come si fa a determinare il quantitativo in più da aggiungere?
Quindi fai fare un computo il più preciso possibile all’architetto e richiedi un preventivo dettagliato ed esauriente che, del resto è anche sintomo di professionalità, serietà e trasparenza.
Sei in procinto di eseguire dei lavori sul tuo impianto di riscaldamento e vorresti avere dei chiarimenti in merito ai caloriferi? Non sai quali scegliere? Non sai come confrontarli?
In questo articolo cercherò di spiegarti le differenze tra alcune categorie di caloriferi e come possono esserti utili per le tue necessità.
Hai capito bene, tutto il ragionamento deve partire dalle tue necessità, ovvero come usi la casa? Quanto tempo passi in casa? Che risultato estetico vuoi ottenere?
Andiamo per gradi e iniziamo a vedere le varie categorie di caloriferi presenti sul mercato.
In commercio esistono fondamentalmente due categorie: in ghisa e in alluminio. Le differenze? L’alluminio ha un rendimento di trasmissione del calore più elevato, il che vuol dire che ti serviranno elementi più piccoli per avere lo stesso riscaldamento (e questo è già un indizio importante se hai problemi di spazio). Altro vantaggio indiscutibile dell’alluminio è la spiccata leggerezza rispetto alla ghisa. Proprio per questa caratteristica ha portato il mercato a fornire i radiatori in alluminio già pre-finiti, che vuol dire già verniciati. Questa cosa, anche se ci hanno provato, non è possibile per i radiatori in ghisa perché sono troppo pesanti e, anche se pre-verniciati, durante l’installazione verrebbero completamente rovinati.
Ma attenzione: la scelta tra i due materiali, nella maggior parte dei casi, viene fatta in base all’uso che si farà dell’abitazione.
Mi spiego meglio. I radiatori in alluminio si scaldano rapidamente e cedono subito calore all’ambiente ma, di contro, si raffreddano anche rapidamente. Quelli in ghisa, invece, impiegano più tempo per scaldarsi e cedere calore ma, di contro, una volta spento l’impianto continuerà a cedere calore ancora per quasi un’ora. Cosa vuol dire questo? Che se vivi la casa tutto il giorno è preferibile optare per la ghisa, tiene calore più a lungo e darà meno impulsi di accensione e spegnimento alla caldaia, il che vuol dire risparmio economico. Al contrario se ritorni a casa solo la sera perché sei tutto il giorno fuori per lavoro, hai necessità di calore subito e quindi è preferibile un impianto con radiatori in alluminio.
Le scelte vengono prese, chiaramente, in base al budget a disposizione e se si trovano dei termosifoni già installati in precedenza. Se hai poco budget puoi optare per una verniciatura dei caloriferi presenti con ottimi risultati come qui sotto
Stai per ristrutturare casa e hai dei dubbi sul tipo di impianto da usare? Hai sentito parlare di varie tecnologie ma non hai capito a fondo le differenze?
Solitamente quanti ci si approccia ad una ristrutturazione, affrontare il tema dell’impianto di riscaldamento diventa uno dei punti centrali, perché è uno degli impianti tecnologici principali.
Le tipologie di impianti per il riscaldamento invernale sono molte ed affrontarle tutte è praticamente impossibile.
In questo articolo mi voglio concentrare su due tipologie: il riscaldamento con caloriferi ed il riscaldamento a pavimento.
Mi concentro sul paragone di questi due perché, in base all’esperienza personale, sono quelli con cui ci si trova a che fare più spesso, perché le case da ristrutturare presentano quasi totalmente un impianto a radiatori e, quasi sempre, il quesito è se tenere l’impianto, sostituirlo con uno nuovo della stessa tecnologia o con uno nuovo a pannelli radianti (riscaldamento a pavimento).
Vediamo di fare di chiarezza analizzando i due tipi di impianto.
Impianto a radiatori
Senza addentrarsi nel tecnico, sostanzialmente l’acqua scaldata da una caldaia, viene immessa in un impianto che la porta ai radiatori posti nelle singole stanze. Come funziona il riscaldamento dell’aria con il calorifero o radiatore? Per Convezione, per comprendere meglio guarda l’immagine qui sotto.
In pratica l’aria fredda dal pavimento viene attirata verso il calorifero, si scalda e sale verso l’alto. La prima a scaldarsi è l’aria dove c’è il soffitto e pian piano, con l’aumento dell’aria calda, il calore scende. E’ proprio così, infatti non è raro trovare una temperatura al soffitto più alta di 2 – 3 gradi rispetto a quella che c’è a pavimento. Peccato che però noi camminiamo sul pavimento!
Questo per farti comprendere meglio i pro e contro di questo impianto:
Il costo iniziale per l’installazione è decisamente basso
La temperatura dell’acqua calda che circola nell’impianto è superiore ai 70° C
I caloriferi saranno sempre presenti nell’ambiente, necessaria quindi una analisi sul loro posizionamento (difficilmente è prevedibile un letto a fianco di un calorifero)
Le tinteggiature delle pareti si sporcheranno più velocemente e sarà necessaria una manutenzione più assidua delle stesse
Il miglioramento energetico di questa tipologia d’impianto si ottiene con l’installazione di valvole termostatiche ad ogni calorifero, che permettono una regolazione personalizzata di ogni ambiente oltre che una riduzione di sprechi e costi (peraltro già obbligatorie nei condomini)
2. Riscaldamento a Pavimento
L’impianto a pannelli radianti o comunemente chiamato riscaldamento a pavimento, prevede la stesura di tubi in pvc sotto il massetto del pavimento. All’interno di questi verrà distribuita l’acqua calda direttamente dalla caldaia o centrale termica. Il riscaldamento dell’ambiante per Irraggiamento dal calore dal pavimento. I pratica il riscaldamento parte dal pavimento e man mano che si allontana da questo, diminuisce la temperatura. E’ molto più redditizio perché scalda l’aria dove viviamo, cioè vicino al pavimento. Per chiarimento ti invito a visionare l’immagine qui sotto
Ma quali sono i pro e contro?
La temperatura dell’acqua che riscola internamente è sui 35° C, il che si traduce in risparmio energetico rispetto ai caloriferi
Non ho nessun ingombro dei radiatori e quindi nessuna limitazione di utilizzo dello spazio
Le tinteggiature vengono sporcate meno e quindi ho necessità di meno manutenzione negli anni
Il costo di installazione è molto elevato in una ristrutturazione, perché include anche il costo del nuovo massetto e dell’eventuale demolizione del vecchio
Quindi quale scegliere per il tuo intervento di ristrutturazione? La domanda è complessa perché necessita di valutazione caso per caso. I motivi infatti sono sia economici (magari non si dispone del budget necessario per sostituire un impianto esistente a caloriferi con un riscaldamento a pavimento) che tecnici (a volte anche demolendo il massetto esistente non si dispone delle altezze necessarie per farci state il nuovo impianto a pavimento).
Quindi la soluzione migliore è chiedere una consulenza ad un professionista.
In questo articolo voglio parlare di un argomento che tutti sanno che esiste ma passa in secondo piano nei ragionamenti di lavori in casa, ovvero il concetto del valore.
E’ importante spiegare che le valutazioni di mercato, come è ovvio, vengono influenzate da molti fattori, non secondario è lo stato di manutenzione.
Per intenderci un appartamento nuovo nella stessa zona, vale di più di un appartamento in ottimo stato, che vale di più di uno in buono stato e così via.
Oggi però parliamo di una cosa differente, ovvero di come ristrutturare la propria casa possa mettere al sicuro il proprio investimento.
Mi spiego meglio. Molto spesso quando si compra una casa dal trilocale in su, si pensa che si debba scegliere la casa della vita.
E’ anche giusto pensarlo, quindi si definisce la zona dove si vuole prendere casa, si visitano molti appartamenti.
Però quello che mi sento di consigliare è: diamo anche uno sguardo all’investimento, alla eventuale vendibilità futura perché alla fine, nella vita, non si sa mai.
Ti faccio un esempio concreto per spiegati cosa intendo.
L’operazione in questione è stata da me condotta recentemente, si trattava di un appartamento che su mandato di un mio cliente ho fatto acquisire in forte sconto. Nello specifico trattasi di un trilocale al quarto piano, in stabile anni ‘80 sempre ben tenuto.
Il trilocale è 102mq, ed è stato acquisito per 105.000,00 €, in pratica poco più di 1.000,00 €/mq.
Abbiamo eseguito una ristrutturazione abbastanza importante per realizzare la casa per lui perfetta, spendendo una cifra complessiva, inclusi tutti i costi dei professionisti per le varie certificazioni e documentazioni, di 95.750,00€
Facendo quindi i conti al dettaglio il cliente ha investito:
Acquisto casa 105.000,00 €
Agente immobiliare 3.840,00 €
Notaio + tassa registro 4100,00 €
Ristrutturazione 95.750,00 €
TOT. 208.690,00 €
Allo stato di mercato attuale, considerato anche l’ottimo stato di manutenzione dello stabile in cui è inserito l’appartamento in questione, l’appartamento ristrutturato avrebbe una valutazione di mercato intorno 235.000,00 €.
Quindi, il cliente in questione ha sostenuto un investimento di quasi 209.000,00 €, ma con la valutazione attuale dell’immobile ha, di fatto, avuto un guadagno di 27.000,00 €.
Considerato che dall’acquisizione alla fine cantiere sono passati 10 mesi, in termini finanziari potremmo considerare che l’incremento dell’investimento del 12,4%, per un R.O.I. pari 14,88 %. Ottimo investimento direi.
Quindi, quello che voglio dire è che, sicuramente, è giusto valutare un acquisto per le proprie necessità, ma che con le strategie giuste, con la giusta capacità di vedere le potenzialità di un appartamento l’investimento che farai avrà un possibile incremento immediato.